La riorganizzazione del Servizio Idrico Integrato in Italia è diventata una priorità assoluta, considerando la diffusa siccità e lo stato di obsolescenza generalizzato delle infrastrutture. Affrontare questa sfida richiede un approccio sinergico tra tutti i soggetti coinvolti, al fine, soprattutto, di impedire un aumento incontrollato delle tariffe che ricadrebbe inevitabilmente sulla collettività. Una corretta gestione dei fondi PNRR stanziati a tale scopo sarà cruciale per risanare il claudicante sistema idrico del nostro Paese, soprattutto al Sud.
Le criticità
Attualmente, il sistema idrico italiano presenta una serie di criticità, tra cui la frammentazione nella gestione, la scarsa digitalizzazione e la carenza di impianti di depurazione. Inoltre, esiste una disparità evidente tra le condizioni del Centro-Nord e quelle del Sud, dove le problematiche a carico delle infrastrutture idriche sono ancora più sentite. In alcune zone del Meridione infatti, la perdita media delle reti idriche raggiunge addirittura il 50%.
I numeri parlano chiaro: nonostante il settore contribuisca al 20% del PIL, come riporta l’edizione odierna del Sole24Ore, le infrastrutture idriche sono obsolete, con il 60% della rete che ha più di 30 anni di servizio e il 25% che supera i cinquanta anni. Questo è il risultato di investimenti storicamente insufficienti, con l’Italia che si piazza agli ultimi posti in Europa per spesa pro-capite.
Il dibattito sulla nazionalizzazione del servizio è acceso, con Parigi che dimostra come, attraverso la gestione pubblica delle risorse, si possa arrivare a un aumento degli investimenti e una riduzione delle tariffe. Un modello misto pubblico-privato, con pochi grandi operatori su scala nazionale, potrebbe rappresentare una soluzione ottimale, garantendo investimenti adeguati e una gestione più efficiente.
L’acqua inoltre riveste anche un ruolo cruciale nei delicati equilibri geopolitici internazionali, come sottolineato dal tema scelto per la giornata mondiale dell’acqua 2024. Pertanto, è fondamentale avere interlocutori affidabili nel settore per realizzare progetti di cooperazione transnazionale.
Gli obiettivi del PNRR
I 4 miliardi di euro stanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza possono essere un catalizzatore per l’industrializzazione del settore idrico, con diversi goal attesi.
Affrontare il problema delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua è cruciale per garantire una gestione sostenibile delle risorse idriche, soprattutto nel Mezzogiorno, dove il livello di dispersione è particolarmente elevato. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario investire nella realizzazione di almeno 25.000 km di nuove reti per la distribuzione dell’acqua potabile, integrando sistemi avanzati di controllo e digitalizzazione per una gestione ottimale delle risorse.
Ma per fronteggiare al meglio la sfida è indispensabile intervenire anche sulle reti esistenti, operando un upgrade tecnologico con l’obiettivo trasformandole in un “network intelligente” in grado di monitorare costantemente portata, pressione e qualità dell’acqua. Per avere un’idea degli interventi in programma segnaliamo a questo link l’opera di monitoraggio e digitalizzazione su scala regionale voluta da GRIM Molise.
Il costo totale dell’investimento è stimato in 900 milioni di euro, ma i benefici potenziali sono enormi. L’introduzione di sistemi di controllo avanzati consentirà di ridurre significativamente gli sprechi e le inefficienze, ottimizzando l’utilizzo delle risorse idriche. Inoltre, la digitalizzazione delle reti permetterà una gestione più efficiente e tempestiva delle emergenze, garantendo un approvvigionamento idrico sicuro e affidabile per tutti.
Reti fognarie e impianti di depurazione
Un’infrastruttura idrica efficiente non può prescindere dalla presenza di reti fognarie e impianti di depurazione adeguati. È quindi fondamentale completare le reti di fognatura non ancora terminate, e realizzare nuovi impianti di depurazione, specialmente nel Sud Italia, per evitare sanzioni e procedure di infrazione da parte dell’Unione Europea.
A tale scopo è stato stanziato un investimento di 600 milioni di euro, con l’obiettivo di seguire il modello delle “fabbriche verdi” dove possibile. Questo approccio consentirà il recupero di energia e fanghi, nonché il riutilizzo delle acque di scarico depurate per scopi industriali o irrigui, contribuendo così alla sostenibilità ambientale e all’ottimizzazione delle risorse idriche.
I fondi previsti dal PNRR mirano a potenziare o realizzare nuovi sistemi di depurazione, utilizzando anche l’innovazione tecnologica per garantire una depurazione efficace e rispettosa dell’ambiente.
Un impegno cruciale per il futuro idrico del Paese
In conclusione, una gestione efficace del Servizio Idrico Integrato in Italia è ora più che mai essenziale, considerando le sfide rappresentate da siccità e infrastrutture obsolete. L’investimento in reti digitalizzate, impianti di depurazione e tecnologie innovative è fondamentale per garantire un approvvigionamento idrico sicuro e sostenibile. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza offre l’opportunità di realizzare queste migliorie, promuovendo una gestione idrica efficiente e rispettosa dell’ambiente, per il beneficio delle generazioni future.