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Superbonus 2024 | Cosa cambia

Superbonus 2024: col tanto atteso Decreto Legge 29 dicembre 2023 n. 212 (qui in Gazzetta Ufficiale), il Governo ha adottato misure restrittive in merito al Superbonus, deludendo le speranze di una possibile proroga o di un SAL straordinario. Il decreto introduce nuove modifiche al complesso normativo del Superbonus, bonus barriere architettoniche e opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del credito) del Decreto Rilancio. Tuttavia, il provvedimento non fornisce soluzioni per le criticità attuali, come il blocco delle cessioni e la possibile controversia tra committenti ed appaltatori per i contratti non completamente eseguiti.

Superbonus 2024 in sintesi

Nel 2024, il Superbonus al 70% comprende interventi quali efficienza energetica, riduzione del rischio sismico e ristrutturazioni edilizie. Gli edifici devono migliorare almeno di due classi energetiche. Per condomini senza accesso al 110%, la detrazione è al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025, estendendo anche a proprietari di edifici con 2-4 unità. La richiesta richiede verifiche, diagnosi energetica, documentazione costi, e dichiarazione dei redditi dettagliata.

Il 2024 introduce il Fondo per i redditi bassi, compensando la differenza tra il 110% precedente e il 70%, destinato a chi ha iniziato gli interventi entro il 2023. Le condizioni includono stato avanzamento al 60%, ISEE sotto 15.000 euro, e costi sostenuti tra gennaio e ottobre 2024. Il decreto ministeriale post-2023 detterà le modalità di erogazione.

La cessione del credito è limitata, salvo eccezioni per enti del terzo settore, edilizia popolare, Sismabonus cratere, bonifici pre-febbraio 2023. Alcune categorie mantengono il Superbonus al 110% nel 2024, come ricostruzioni post-sismiche e interventi di enti assistenziali.

Le Scadenze

Il 16 marzo 2024 è il termine per le comunicazioni all’Agenzia delle Entrate riguardanti le opzioni sui costi del 2023, senza proroghe. Questo interessa chi utilizza lo sconto in fattura o la cessione del credito.

Il 31 dicembre 2024 è la scadenza per i condomini che vogliono usufruire del 70% di detrazione, mentre dal 1° gennaio 2025 la detrazione scende al 65%. Infine, entro il 31 ottobre 2024, coloro con redditi bassi devono sostenere le spese per beneficiare del contributo a fondo perduto.

Potenziali criticità: blocco delle Cessioni e Possibile Contenzioso

Il decreto non affronta il problema delle cessioni bloccate, lasciando invariato lo stallo dei cantieri. Non vi è alcuna proroga del termine di scadenza della misura prevista dal Decreto Legge 34/2020. La mancanza di disposizioni in merito alle cessioni potrebbe generare contenziosi tra committenti ed appaltatori, specialmente per i contratti non conclusi.

Salvaguardie e Verifiche dello Stato

Il decreto non prevede la proroga del termine di scadenza della misura del Decreto Legge 34/2020. Tuttavia, una sanatoria è prevista per i cantieri aperti entro determinate condizioni. Rispetto al contenzioso tributario, l’ultima disposizione dell’articolo 1 del decreto riserva allo Stato la facoltà di verificare il rispetto di tutti i requisiti necessari per accedere alle agevolazioni.

Misure di Sostegno ai Redditi più Svantaggiati

Il decreto introduce una misura di sostegno per i redditi più bassi, offrendo un contributo per finanziare le spese sostenute tra il 1° gennaio 2024 e il 31 ottobre 2024, a condizione che i lavori abbiano raggiunto uno stato di avanzamento del 60% entro il 31 dicembre 2023. Questa disposizione potrebbe generare immobilismo nei condomini, causando disparità di interessi tra i membri.

Stretta sul Bonus 75% per le Barriere Architettoniche

Il DL 212/2023 limita il bonus per le barriere architettoniche al 75% a interventi specifici come scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici. A partire dal 1 gennaio 2024, non è più consentito l’esercizio delle opzioni alternative alla fruizione diretta, salvo per i condomini e le persone fisiche con reddito non superiore a 15.000 euro, a patto che il contribuente sia titolare del diritto di proprietà o di un diritto reale di godimento sull’unità immobiliare adibita ad abitazione principale.

Inoltre, sarà necessario che l’interessato abbia un reddito di riferimento non superiore a 15.000 euro, salvo la presenza di un soggetto disabile nel nucleo familiare del contribuente. Si precisa che le disposizioni del decreto non costituiscono una generalizzata sanatoria delle situazioni opache, poiché lo Stato ha il diritto di verificare il rispetto di tutti i requisiti previsti dalla normativa.

 

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