Beccaceci

Infrastrutture: 1.500 miliardi di opportunità per il futuro del Paese

Un recente e autorevole studio di McKinsey & Company (“The infrastructure moment“) stima un potenziale di investimenti infrastrutturali in Italia pari a 1.530 miliardi di euro entro il 2040. Questa cifra non solo conferma il ruolo strategico del settore infrastrutture, ma ne delinea chiaramente le direttrici future.

 

 

Le direttrici della crescita

Secondo la ricerca, gli investimenti saranno spinti da tre fattori chiave:

 

1. Rinnovo del patrimonio: la necessità di ammodernare infrastrutture vitali come ferrovie, strade e ponti che necessitano interventi di manutenzione straordinaria e riqualificazione

 

2. Transizione energetica e digitale: la forte spinta verso lo sviluppo dei data center e il potenziamento delle reti di energia e telecomunicazioni (TLC)

 

3. Resilienza e sicurezza: la crescente esigenza di progettare opere strategiche in chiave di sicurezza e “dual use”.

 

La ripartizione di questi investimenti vede come settori trainanti i trasporti (43%), l’energia (20%) e il complesso risorse idriche/rifiuti/agricoltura/difesa (32%).

 

 

La nostra visione: innovazione e partnership

Queste previsioni a lungo termine si allineano perfettamente con la vision e le aree di eccellenza di Beccaceci. Non si tratta solo di costruire, ma di costruire meglio.

 

Lo studio McKinsey evidenzia infatti l’importanza di:

 

  • Innovazione e AI: utilizzare la tecnologia per programmare in modo più efficiente la manutenzione e il controllo delle infrastrutture.

 

  • Public-Private Partnership (PPP): sfruttare modelli di successo come le concessioni per mobilitare capitali privati.

 

Noi della Beccaceci siamo pronti ad accogliere questa sfida, mettendo a disposizione la nostra esperienza in progetti complessi e la nostra costante attenzione all’innovazione per garantire che questi investimenti si traducano in opere di qualità, resilienti e durature per il Paese.

Questa ricerca conferma che si sta investendo nella direzione giusta, puntando su progetti che creano valore sostenibile per il futuro del Paese.

 

Beccaceci, Build The Future

 

Leggi l’articolo completo su Il Sole24Ore del 01/10/25 redatto da Laura Serafini

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Amatrice, un doppio segnale di rinascita con il nuovo Municipio e il Museo Civico “Cola Filotesio”

Il 2025 si sta confermando come l’anno della svolta per la ricostruzione post sisma del Centro Italia. Nei giorni scorsi, ad Amatrice, la comunità ha ricevuto un forte e tangibile segnale di speranza e rinascita.

 

Due progetti chiave, entrambi nel cuore del centro storico, sono entrati in una fase cruciale:

 

  • Il getto della platea di fondazione del nuovo Municipio, che sorgerà su fondamenta antisismiche.

 

  • L’avvio dei lavori per il Museo Civico “Cola Filotesio”, destinato a tornare un punto di riferimento culturale.

 

Siamo fieri di essere parte attiva di questo “nuovo Rinascimento” per la comunità di Amatrice. Come Beccaceci Costruzioni, abbiamo il privilegio e l’onore di essere al lavoro sulla ricostruzione del nuovo Municipio, casa della democrazia locale e simbolo della partecipazione civica.

Il getto della platea di fondazione realizzato un paio di giorni fa, segna un passo concreto e decisivo verso la restituzione alla comunità di un luogo fondamentale per la sua vita amministrativa e sociale.

Questo intervento, basato su fondamenta tecnologicamente avanzate e isolatori sismici, non è solo una costruzione: è la promessa di un futuro solido, sicuro e duraturo.

Un futuro che, insieme all’avvio dei lavori per il Museo Civico “Cola Filotesio”, ci dimostra che la ricostruzione non si limita a erigere edifici, ma a rifondare l’identità, la memoria e l’anima di un territorio.

 

                   

La Voce delle Istituzioni

Il sindaco di Amatrice, Giorgio Cortellesi, ha definito l’avvio di questi cantieri un “grande segnale” e il risultato di una “collaborazione virtuosa” tra amministrazione, struttura commissariale e Regione Lazio. L’assessore alla Ricostruzione della Regione Lazio, Manuela Rinaldi, ha parlato di un “doppio passo avanti” che restituisce funzioni essenziali alla comunità, mentre il Commissario straordinario, Guido Castelli, ha sottolineato l’importanza di questi “piccoli ma significativi passi” per riaffermare l’identità del luogo.

Noi della Beccaceci, proseguiremo con determinazione e passione il nostro impegno, consapevoli di quanto sia importante il nostro contributo per la rinascita di questi luoghi.

 

Leggi l’articolo completo sul sito del Commissario Straordinario Ricostruzione Sisma 2016

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Innovazione e continuità del servizio idrico: il nostro intervento a Cilavegna (PV)

Efficienza e innovazione sono i pilastri del nostro lavoro, soprattutto quando si parla di infrastrutture di importanza strategica come quelle idriche. Ne è un esempio recente l’intervento che, un paio di settimane fa, abbiamo realizzato a Cilavegna (PV). Nell’ambito della commessa per Pavia Acque, abbiamo messo in campo una soluzione all’avanguardia per la riduzione delle perdite idriche.

 

L’intervento ha richiesto una lavorazione speciale che ci ha permesso di effettuare lavori di manutenzione, riparazione e modifica su condotte in pressione senza interrompere l’erogazione del servizio, un aspetto cruciale che ha evitato di lasciare il comune di Cilavegna senza acqua ed ha inoltre impedito che, svuotando tutta la rete, al momento della ri-erogazione dell’acqua vengano rimossi tutti i depositi con disagi ai rubinetti di tutte le utenze comunali.

La possibilità di intervenire su una tubazione senza doverla svuotare si è rivelata dunque indispensabile per la gestione di questa situazione specifica.

 

 

Come funziona?

 

Il sistema si basa su un processo ingegneristico di precisione:

  • Isolamento della sezione: Attrezzature speciali, come valvole a intercettazione, vengono inserite nella condotta attraverso fori realizzati con tecniche di “hot tapping”. Questo permette di isolare la sezione interessata dal lavoro.
  • Esecuzione del lavoro: Una volta isolata la sezione, si procede all’inserimento di un loop idraulico prefabbricato, completo di misuratore di portata e pressione. L’aspetto rivoluzionario è che tutta questa attività avviene mentre il flusso d’acqua continua ininterrotto nelle altre parti della rete.
  • Ripristino del servizio: Conclusa l’operazione, le attrezzature di isolamento vengono rimosse e i fori richiusi in sicurezza, ripristinando il flusso nella sezione appena riparata o modificata.

 

 

I vantaggi di questa tecnica innovativa

 

L’applicazione di questa tecnologia ha confermato la validità della nostra scelta di investire costantemente in soluzioni innovative, permettendoci di ottenere benefici significativi:

  • Continuità del servizio: Non è necessario interrompere l’erogazione dell’acqua agli utenti, evitando disagi e garantendo un servizio essenziale senza pause.
  • Riduzione dei tempi: I lavori possono essere eseguiti più rapidamente rispetto ai metodi tradizionali che richiedono lo svuotamento e il riempimento della tubazione
  • Sicurezza: Tutte le operazioni avvengono in condizioni controllate, riducendo i rischi per gli operatori.

 

La rapidità e la pulizia di esecuzione hanno pienamente soddisfatto il nostro cliente Pavia Acque, a dimostrazione che l’innovazione, unita alla competenza, è la chiave per affrontare le sfide più complesse nell’ambito delle infrastrutture idriche.

 

In Beccaceci Costruzioni, continuiamo a perseguire l’eccellenza, integrando le migliori tecnologie per offrire soluzioni all’avanguardia che garantiscano efficienza, sicurezza e, soprattutto, la continuità dei servizi essenziali per le comunità.

 

(Sotto alcuni momenti dell’intervento)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Beccaceci Costruzioni in edicola su Economy Magazine di maggio

Nel nuovo numero di EconomyMagazine, attualmente in edicola, siamo protagonisti di un approfondito articolo che racconta la storia della nostra azienda, i valori che ci guidano, il solido know-how maturato nel settore edile e la crescente specializzazione nelle infrastrutture idriche, con un focus sul nostro impegno costante nel realizzare opere che uniscono funzionalità, estetica e durabilità.

Un’occasione unica per conoscerci più da vicino!

 

Beccaceci, Build the Future

 

Leggi l’articolo sotto

 

 

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Bioedilizia in crescita: nel 2025 il legno entra nel 60% delle nuove scuole

Un futuro sostenibile per l’edilizia scolastica.

Il settore delle costruzioni sta vivendo una trasformazione significativa, con una crescente attenzione verso la bioedilizia e l’utilizzo di materiali sostenibili.

Secondo il recente articolo pubblicato da Il Sole24Ore, si prevede che nel 2025 il legno sarà utilizzato nel 60% delle nuove scuole costruite in Italia.

 

“Nel 2024 la bioedilizia in Italia rappresenta il 78% rispetto al totale dei permessi di costruire. Con un valore di produzione che, nel 2023, toccava i due miliardi (era 658 milioni nel 2015). Una forte spinta per l’edilizia pubblica è arrivata dal Pnrr, giunto alle ultime battute. “In circa il 40% degli interventi di edilizia scolastica, – degli oltre 12 miliardi di euro stanziati – è stato impiegato il legno”, continua Marchetti. Numeri che nel 2025 toccheranno il 60 per cento. “Per far sì che la bioedilizia sia tutelata nel pubblico, è importante che i bandi di gara individuino la categoria specialistica OS32, che riguarda le lavorazioni e la realizzazione di strutture in legno”. E per il privato, che dal 2024 ha perso slancio con la chiusura del capitolo Superbonus? “La bioedilizia è guardata con attenzione dai fondi d’investimento: una filiera europea e tracciabile è la chiave di volta per i prossimi anni”, conclude Marchetti.”

(Il Sole24Ore del 14/04/25)

 

Il Polo dell’Infanzia di Fara Gera d’Adda: un modello di bioedilizia

Noi della Beccaceci Costruzioni desideriamo essere parte attiva di questo cambiamento, realizzando progetti che integrano i principi della bioedilizia per creare edifici sicuri, efficienti e rispettosi dell’ambiente.
Un esempio significativo è il nuovo Polo dell’Infanzia a Fara Gera d’Adda (BG), finanziato con i fondi del PNRR, dove il legno è protagonista.
Il progetto, realizzato in collaborazione con lo studio Adenti&Arata Archh. Ass., prevede la costruzione di un asilo nido all’avanguardia, studiato per favorire la continuità del percorso educativo dei bambini da 0 a 6 anni. Le scelte progettuali sono state orientate verso la sostenibilità e l’efficienza, con un’attenzione particolare all’utilizzo del legno come materiale principale. Come evidenziato nel progetto definitivo-esecutivo, le caratteristiche costruttive dell’edificio includono:

 

1- struttura portante in legno,una soluzione che garantisce rapidità di esecuzione e un minor impatto sul terreno;

 

2- isolamento esterno in lana di roccia,per un elevato isolamento termico e acustico;

 

3- serramenti in legno,per un’ulteriore integrazione con l’ambiente e ottime prestazioni energetiche.

 

Oltre all’impiego del legno, l’asilo è stato progettato per essere un edificio NZEB (Nearly Zero Energy Building), ovvero un edificio a energia quasi zero, grazie a:

 

1- elevata coibentazione dell’involucro:per ridurre al minimo il fabbisogno energetico.

 

2- impianto termico efficiente:un sistema ad espansione diretta di gas refrigerante che garantisce sia il riscaldamento che il raffrescamento.

 

3- impianto fotovoltaico:per la produzione di energia da fonte rinnovabile.

 

Il progetto dell’asilo di Fara Gera d’Adda dimostra come la bioedilizia possa coniugare innovazione, funzionalità e rispetto per l’ambiente. Beccaceci Costruzioni è impegnata a continuare su questa strada, realizzando edifici che contribuiscano a costruire un futuro più sostenibile.

 

Beccaceci, Build The Future

Leggi l’articolo completo su Il Sole24Ore del 14/04/25 di Alex Paparo e Maria Chiara Voci

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La ricostruzione avanza: pubblicata l’Ordinanza n. 222 del 31.01.25

Riportiamo qui di seguito il testo dell’articolo pubblicato lunedì 24 febbraio con il quale viene annunciata l’Ordinanza n. 222 del 31.01.25, che ha innalzato le soglie parametriche e le maggiorazioni previste dal Testo Unico.

 

Castelli: “La ricostruzione avanza. Necessario gestire il post 110 guardando all’interesse primario dei terremotati. Validata dalla Corte dei conti la nuova ordinanza per le maggiorazioni”.

 

La ricostruzione, dati alla mano, tra il 2023 e il 2024, ha fatto registrare incrementi senza precedenti, come testimonia il fatto che negli ultimi due anni abbiamo liquidato il 57% di quanto sinora complessivamente erogato dal 2016 ad oggi. Lo sottolinea il Commissario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli: “Nelle Marche, solo nello scorso anno abbiamo versato nelle casse delle imprese più di 1 mld di euro e nel 2025 siamo già a 170 milioni. In questo contesto, nelle ultime settimane, abbiamo dovuto governare un tema nuovo e peraltro non dipendente dalla struttura commissariale: la transizione tra una ricostruzione che (a legislazione vigente e salvo correzioni su cui stiamo lavorando) sino al 31.12.25 potrà beneficiare dell’integrazione con il 110% ed una ricostruzione che si basa esclusivamente sul contributo sisma. Tutto ciò con l’obiettivo prioritario di eliminare o ridurre il rischio accolli a carico dei terremotati generato dalla bolla inflattiva e dalle manovre speculative che si sono scaricate sul mercato dell’edilizia anche a causa del superbonus. Sulla scorta di questo indirizzo, condiviso con tutte le regioni, abbiamo condotto una analisi certosina sulle pratiche di ricostruzione privata al fine di individuare le casistiche su cui intervenire con maggiorazioni mirate proprio a contrastare gli accolli”.

 

Prosegue Castelli: “La conoscenza dei dati che gli Uffici Speciali della Ricostruzione e la Struttura commissariale processano quotidianamente, ha consentito di appurare, tra le altre cose, che non tutti i terremotati si sono avvalsi del 110 e che, in molte pratiche di ricostruzione, non si sono generati accolli. Alla luce di ciò, un aumento massivo del cosiddetto contributo parametrico avrebbe prodotto l’effetto di dare in più a chi non ne ha bisogno e dare meno a chi ne ha reale necessità. Nello stesso tempo abbiamo valorizzato con maggiorazioni, aggiuntive e rilevanti, le casistiche, prevalentemente di ricostruzione pesante, in cui i costi di costruzione sono oggettivamente superiori (danno grave, cantieri disagiati, cratere ristretto, zone di massima amplificazione sismica, ecc.).

Come base di riferimento, per beneficiare delle maggiorazioni, abbiamo indicato il PUC e cioè il prezziario unico del cratere (già oggi prevalentemente utilizzato nella versione 2022 per la ricostruzione privata) che sarà comunque aggiornato. Proprio oggi abbiamo affidato l’incarico ad una società specializzata optando per una tecnica di composizione analitica delle varie voci di prezzo. In questa fase della ricostruzione è fondamentale garantire un prezziario omogeneo per tutto il cratere, esente da potenzialidistorsioni territoriali e con prezzi giusti e reali. Per il cantiere più grande d’Europa, disporre di un prezziario adeguato è utile per non assecondare spirali inflattive e possibili cartelli. Una vera e propria garanzia per quella stragrande maggioranza di imprese del territorio che lavorano onestamente in una fase dove, proprio la fine del 110%, potrebbe richiamare l‘attenzione di associazioni malavitose. Regole certe e giuste marginalità di guadagno, per quanto mi riguarda, sono principi che consentono di difendere la nostra terra dalle infiltrazioni”.

 

Castelli aggiunge: “A tutti gli operatori della ricostruzione ribadiamo, inoltre, che il metodo di lavoro applicato continuerà ad essere quello proposto fin dal mio insediamento in qualità di Commissario: un confronto costruttivo, onesto e responsabile. C’è piena disponibilità ad accogliere eventuali osservazioni migliorative dell’ordinanza parametrico (peraltro appena validata dalla Corte dei Conti) così come ad una condivisione del percorso che porterà al PUC 2025. Auspico che il confronto possa estendersi anche ad altre urgenze che, nell’interesse supremo dei terremotati, vanno governate al meglio in una logica di prevenzione e con la collaborazione delle parti sociali: la carenza di manodopera, gli alloggiamenti degli operai, la tempistica dei cantieri, la concentrazione delle lavorazioni in capo a singole aziende, la trasparenza dei subappalti e i flussi di manodopera. I recenti fatti di Tolentino sono degli alert che non vanno sottovalutati – conclude il Commissario Castelli -. È tempo di responsabilità. La stella polare che deve guidarci è la convinzione che la ricostruzione è fatta per i terremotati e si realizza attraverso le imprese. Se qualcuno dovesse pensare il contrario, si troverebbe in una “chiara posizione di fuori gioco”.

 

Leggi l’articolo su www.sisma2016.gov.it

 

Leggi anche Sisma 2016 e 110%: plafond raggiunto

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Conclusi i lavori del Residence San Giorgio

RESIDENCE SAN GIORGIO: CONCLUSI I LAVORI DI EFFICIENTAMENTO ENERGETICO E RINFORZO STRUTTURALE.

 

Si sono conclusi i lavori di efficientamento energetico e rinforzo strutturale del Residence San Giorgio, storico edificio situato sul lungomare di Porto San Giorgio. Un progetto ambizioso, avviato nel 2022, che ha trasformato un immobile costruito nel 1968 in una struttura moderna, sicura e sostenibile.

L’intervento ha avuto un duplice obiettivo: migliorare la sicurezza ed il comfort abitativo dei residenti e ridurre l’impatto ambientale dell’edificio. Per raggiungere questi traguardi, sono state adottate soluzioni tecnologiche all’avanguardia, sia per quanto riguarda l’efficientamento energetico che per il miglioramento sismico.

 

Efficienza energetica e sicurezza

Il Residence San Giorgio è stato dotato di un sistema di isolamento termico all’avanguardia, con interventi sulle pareti esterne e sulle coperture, e sono stati sostituiti i vecchi infissi con nuovi serramenti ad alte prestazioni. Questi interventi, combinati con l’installazione di pannelli solari e sistemi di accumulo, permetteranno all’edificio di sfruttare le fonti rinnovabili per l’energia e ridurre così i consumi energetici.

Un aspetto fondamentale del progetto ha riguardato il rinforzo strutturale dell’edificio attraverso l’applicazione di piastre di rinforzo dei nodi e di un sistema di reti antiribaltamento connessi alla struttura portante. Queste modifiche garantiranno una maggiore resilienza della struttura in caso di eventi sismici.

 

Nuovo volto per il Residence

Oltre agli interventi tecnici, è stata dedicata grande attenzione all’aspetto estetico dell’edificio. La progettazione architettonica ha previsto finiture di pregio e dettagli di design, conferendo al Residence San Giorgio un aspetto moderno e curato.

Il progetto di efficientamento energetico e miglioramento sismico del Residence San Giorgio rappresenta un esempio concreto di come l’edilizia possa contribuire a creare un futuro più sostenibile e sicuro. La combinazione di soluzioni tecniche innovative, materiali di alta qualità e una progettazione attenta ha permesso di migliorare sensibilmente il comfort abitativo e la sicurezza dell’edificio.

Il nostro team di professionisti ed i nostri partner hanno curato la realizzazione di questo importante progetto, dimostrando competenza e professionalità.

 

Beccaceci Costruzioni, Build the Future.

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Sisma 2016 e 110%: plafond raggiunto

Riportiamo qui di seguito il testo del comunicato stampa della Struttura Commissariale con il quale viene annunciato l’esaurimento, in data 20 dicembre 2024, del plafond da 330 milioni introdotto con il DL  39/2024 riservato alle domande di Superbonus integrativo del contributo sisma nel cratere 2016 presentate dopo il 30 marzo 2024.

Il comunicato informa, inoltre, della prossima emanazione di un provvedimento per l’incremento delle soglie parametriche e delle maggiorazioni delle percentuali di contributo in favore di quanti non potranno beneficiare del superbonus in aggiunta al contributo sisma.

 

 

Comunicato stampa 

 

Sisma 2016 e 110%: plafond raggiunto

Ora nuova ordinanza per aumenti e maggiorazioni “anti–accolli”

 

Il plafond da 330 milioni introdotto con decreto-legge n. 39 del 29 marzo 2024, convertito con modificazioni dalla L. 23 maggio 2024, n. 67 (in G.U. 28/05/2024, n. 123), riservato alle domande di “super bonus” integrativo del contributo sisma nel cratere 2016, ai sensi dell’art. 119 commi 1-ter e 4-quater del DL 34/2020 e presentate dopo il 30 marzo 2024, si è esaurito il 20 dicembre 2024.

 

Il plafond, si ricorderà, era stato autorizzato per assicurare alla ricostruzione 2016 una transizione ragionevole verso la completa fuoriuscita dal superbonus, consentendo fino a tutto il 2024 – entro il limite di spesa di 330 ml – la possibilità di attivare lo sconto in fattura e la cessione del credito di imposta.

 

Il monitoraggio del plafond è stato effettuato dalla Struttura Commissariale (attraverso la piattaforma GEDISI) in applicazione dell’art. 1, comma 1, lettera b) e c) del richiamato decreto-legge n. 39 del 2024 che ha previsto l’inserimento all’art. 2 del decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11 del comma 3-ter.1.

 

Secondo la norma “Il Commissario straordinario del Governo… e gli Uffici speciali per la ricostruzione…ciascuno per il territorio di competenza, assicurano il rispetto del predetto limite di spesa, avuto riguardo alle somme richieste, verificandone il raggiungimento ai fini della sospensione della deroga di cui al presente comma” e, coerentemente con quanto previsto dalla legge, ha riguardato le sole istanze depositate successivamente all’entrata in vigore del decreto-legge 29 marzo 2024, n. 39.

 

Avendo raggiunto il limite di spesa di 330 ml euro, per le nuove pratiche sisma non sarà più esercitabile l’opzione dello sconto in fattura e della cessione del credito e, pertanto, dette istanze potranno avvalersi del super bonus in aggiunta al contributo sisma solo attraverso la modalità dell’uso diretto della detrazione.

 

In ogni caso per tutte le istanze, precedenti e successive al 30 marzo 2024, con o senza sconto in fattura, il beneficio (pari all’importo eccedente il contributo previsto per la ricostruzione, nella misura del 110%) sarà riconosciuto solo per le spese sostenute entro la data del 31 dicembre 2025.

 

La fruizione delle detrazioni fiscali in questione è comunque subordinata al rispetto di quanto previsto dal D.P.C.M. 17 settembre 2024 e successivo D.P.C.M. del 29 ottobre 2024 con cui sono stati definiti contenuto, modalità e termini delle informazioni da trasmettere all’ENEA e al Portale nazionale delle classificazioni sismiche-PNCS.

 

Detti obblighi vanno ottemperati per tutte le istanze, comprese le RCR successive al 30 marzo 2024, in relazione alle quali ė stato prenotato il plafond tramite piattaforma GE.DI.SI.

 

Per chi volesse modificare gli importi super bonus relativamente alle domande antecedenti al 30 marzo, non va apportata la modifica in piattaforma GE.DI.SI., ma vanno seguite esclusivamente le procedure di monitoraggio nazionale definite dal D.P.C.M. 17 settembre 2024 e successivo D.P.C.M. del 29 ottobre 2024. Per chi volesse modificare gli importi super bonus relativamente alle domande successive al 30 marzo, invece, l’importo dichiarato come super bonus non può essere modificato se non in diminuzione, aggiornando sia la piattaforma GE.DI.SI. che seguendo le procedure definite dal D.P.C.M. 17 settembre 2024 e successivo D.P.C.M. del 29 ottobre 2024.

 

Si comunica, inoltre, che per le domande antecedenti del 30 marzo 2024 la piattaforma GE.DI.SI. è in fase di adeguamento, per permettere un agevole aggiornamento, ove necessario, per i soli parametri relativi al contributo Sisma.

 

Il Commissario Castelli, in sinergia con i Presidenti delle Regioni interessate e la collaborazione degli Uffici Speciali per la Ricostruzione sisma, sta perfezionando un provvedimento finalizzato a riconoscere gli incrementi parametrici e le maggiorazioni delle percentuali di contributo in favore di quanti non potranno beneficiare del superbonus in aggiunta al contributo sisma.

 

L’obiettivo dell’ordinanza, ad otto anni dalla devastante sequenza sismica, è quello di evitare gli accolli a carico dei terremotati e di garantire una prosecuzione spedita e sostenibile della ricostruzione del cratere 2016; un cratere che proprio oggi, con l’approvazione della Legge di Bilancio da parte del Senato ha registrato sia il rifinanziamento della ricostruzione privata che il mantenimento nel 2025 dello stato di emergenza e delle misure agevolative in favore di comuni, cittadini e imprese.

 

L’Ufficio Stampa / stampacommissario@governo.it

Presidenza del Consiglio dei Ministri / Il Commissario Straordinario del Governo per la riparazione, la ricostruzione, l’assistenza alla popolazione e la ripresa economica dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016

 

Leggi il comunicato in formato originale COMUNICATO STAMPA – Presidenza del Consiglio dei Ministri

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Rigenerazione urbana: il PNRR accelera la trasformazione delle Città Italiane

Alle città 11,8 miliardi e 3.885 progetti – Pnrr per la rigenerazione

 

[La rigenerazione urbana marcia in Italia sulle gambe di 3.855 progetti che tutti insieme valgono 11,7 miliardi di finanziamenti già validati, 9,8 dei quali provenienti dalle casse del Pnrr. Sono i numeri messi insieme dalla Fondazione Ifel per la finanza locale, il centro studi dell’Anci che ha condotto anche uno studio qualitativo su 15 città italiane. – articolo de Il Sole 24 Ore 03/01/25 – I numeri parlano chiaro e raccontano di come le città, anche quelle piccole, si siano messe in moto per dotarsi di un’agenda urbana per ridisegnare le aree dismesse e consegnarle a nuova vita. Le coperture economiche tra Pnrr e fondi di altra provenienza, compresi quelli strutturali e i fondi Fsc, hanno fatto il resto, recuperando politiche urbane per anni dimenticate, senza una regia, senza gambe e visione.

 

La grande sfida delle città, insomma, che secondo il rapporto Ifel è tutt’altro che sopita. La radiografia di Ifel mette in fila anche l’entità dei progetti con un impatto del 68% delle risorse Pnrr su iniziative collocate in città con meno di 100mila abitanti. Lo scenario non è tutto rose e fiori, naturalmente. Ed è lo stesso report a metterlo in luce: «Rimangono comunque criticità nel rispettare le Milestone e i Target, soprattutto per le città medio/piccole dove sono presenti numerosi investimenti su queste misure», spiega Ifel. Che aggiunge come «le disposizioni del Piano non includono criteri di assegnazione basati su una lettura delle esigenze e le problematiche locali» visto che «nella Rigenerazione Urbana è considerato l’indice di vulnerabilità sociale e materiale (Ivsm), ma la coerenza tra quel dato e gli obiettivi progettuali non è verificata».

 

Resta invece forte l’indicazione sullo svantaggio territoriale dal momento che «come nelle politiche di coesione, è presente la riserva del 40% per le regioni meno sviluppate (Mezzogiorno)». La sfida è tutta qui, far marciare i progetti nonostante le criticità. «Non nascondiamo difficoltà ed ostacoli, la sfida è enorme – spiega il direttore di Fondazione Ifel Pierciro Galeone -. Ma il Pnrr sta già cambiando le nostre città. I comuni nel 2024 hanno sfiorato i 20 miliardi di euro di spesa per investimenti. È un record nominale storico. La città pubblica ferma da decenni ha ripreso vita».

 

Nella top ten dei progetti Ifel rileva anche la pole position di Campania, Lombardia e Lazio con rispettivamente 759 milioni di euro, 554 milioni e 514 milioni dedicati ai progetti di rigenerazione urbana. In fondo alla classifica la Calabria con quasi 195 milioni preceduta dall’Emilia Romagna con 211 milioni circa. Il rapporto Ifel accende un faro sulle risorse, individuando le tre leve finanziarie del Pnrr: gli interventi di rigenerazione urbana contenuti nella misura M5C212.1 con target i Comuni di almeno 15mila abitanti, 1,9 miliardi di finanziamenti e l’obiettivo di intervenire su aree pubbliche e strutture edilizie esistenti, decoro urbano e interventi per migliorare la qualità sociale e ambientale e la mobilità sostenibile. La misura M5C212.2 è quella dei cosiddetti Pui, acronimo piccolo per un progetto grande: costruire i piani urbani integrati nelle città. Qui il target, spiega Ifel, sono 14 città metropolitane e i finanziamenti ammontano a poco meno di un miliardo. Anche in questo caso gli obiettivi sono quelli di manutenere e riattivare aree e strutture pubbliche migliorando il decoro urbano. Infine la misura M5C212.3, il Pinqua, dedicato alle realtà superiori ai 60mila abitanti, 2,4 miliardi di euro di dotazione e con l’obiettivo di incrementare l’edilizia sociale residenziale.

 

A fianco della rilevazione quantitativa Ifel ha condotto un corposo studio qualitativo sui progetti più interessanti che animano le politiche di recupero urbano nelle principali città italiane. Un lavoro poderoso e dettagliato che ha messo in fila le iniziative più interessanti presenti oggi in Italia, dei veri e propri modelli di inclusione e di recupero di aree dismesse. Lo studio passa in rassegna i progetti di 15 città srotolando un filo rosso che da Nord a Sud parla la lingua della rigenerazione in chiave inclusiva, con una vocazione sociale fortissima delle iniziative locali. «Le città hanno capito che, pur in assenza di un’agenda urbana nazionale, è ora possibile mettere a sistema gli investimenti in progetti di qualità», spiega Francesco Monaco coordinatore dello studio.

Da Novara a Crotone, passando per Firenze, Livorno, Bari solo per citarne alcune la parola d’ordine è stata quella di un approccio integrato. «Le esperienze che abbiamo esaminato – spiega Monaco – hanno evidenziato che la rigenerazione urbana non ha nulla a che fare con una mera ristrutturazione fisica, ma al contrario con una ricollocazione anche funzionale degli spazi recuperati».

 

Tra i modelli più interessanti il quartiere Libertà di Bari, ma anche il recupero del parco urbano di Cuneo o il Lumen di Firenze. Diverse anche le criticità. Tra queste la complessità degli strumenti di governo della macchina amministrativa che tra appalti integrati, contratti di disponibilità e partenariati pubblico- privati richiede competenze spesso assenti nelle piccole realtà. Senza contare il ticchettio dell’orologio puntato su giugno 2026: una corsa contro il tempo rallentata dalla burocrazia.]

Articolo de Il Sole 24 Ore del 03/01/25 – Autrice: Flavia Landolfi

 

Le nostre città sono organismi viventi in continua evoluzione e, nel tempo, alcune aree decadono, gli edifici perdono la loro funzione originaria e il tessuto urbano si deteriora. È qui che entra in gioco la rigenerazione urbana, un processo complesso ma fondamentale per il futuro delle nostre comunità. Anche noi del team Beccaceci contribuiamo a questo processo realizzando progetti che migliorano la qualità della vita delle persone e promuovendo uno sviluppo sostenibile; attualmente siamo impegnati nei lavori di urbanizzazione dell’area Ex Sadam di Giulianova (TE), un’opera di riqualificazione urbana che porterà alla nascita di un nuovo mini quartiere con aree verdi e locali commerciali.

 

Leggi anche Riqualificazione urbana dell’area Ex Sadam a Giulianova

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Infrastrutture idriche e cambiamento climatico: una sfida da affrontare insieme

Le nostre opere, un contributo concreto per un futuro più sostenibile.

Il cambiamento climatico è una realtà che impatta profondamente le nostre vite e il nostro territorio. Eventi meteorologici estremi, come alluvioni e siccità, si stanno intensificando e diventando sempre più frequenti. In questo contesto, la gestione delle risorse idriche assume un’importanza cruciale.

 

L’allarme degli esperti

“Il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato dopo una lunga serie di temperature medie mensili eccezionalmente elevate». La Cop 29 di Baku, che si conclude oggi, si è aperta con questa triste profezia dell’Organizzazione meteorologica mondiale. Si allontana sempre più l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di mantenere la temperatura media globale al di sotto della fatidica soglia degli 1,5 gradi rispetto al periodo pre-industriale. Mentre il rischio climatico è la prima minaccia percepita e ha assunto ormai i toni di una vera emergenza, come sottolineato da Giulio Boccaletti, direttore scientifico del CMCC, nel suo recente intervento su Il Sole 24 Ore del 21 Novembre. Le conseguenze sono evidenti: siccità, alluvioni e un aumento del livello del mare minacciano sempre più il nostro pianeta.

 

La nostra risposta al cambiamento climatico

In Beccaceci Costruzioni siamo consapevoli di questa sfida e ci impegniamo quotidianamente per costruire infrastrutture idriche resilienti e sostenibili. Le nostre opere sono progettate per far fronte alle nuove esigenze del territorio, mitigando gli effetti dei cambiamenti climatici e garantendo la disponibilità di acqua potabile anche in condizioni di stress idrico. Come i progetti che stiamo seguendo insieme ad altri partner, per la riduzione delle dispersioni idriche in numerose regioni del centro/nord d’Italia, quali: Abruzzo, Molise, Toscana, Umbria e Lombardia. Un’attività che mira a ridurre le perdite idriche, a migliorare la qualità del servizio erogato alla popolazione e a salvaguardare il prezioso patrimonio idrico.

Siamo attualmente impegnati, tramite una prestigiosa joint venture, anche in un altro progetto di portata strategica: la progettazione e realizzazione del potabilizzatore/dissalatore di Cefalù (PA). Questo impianto, una volta completato, sarà in grado di desalinizzare l’acqua della sorgente Presidiana, garantendo un approvvigionamento idrico potabile e sicuro a oltre 300mila persone, con una capacità di trattamento dai 500 ai 600 litri al secondo, pari a circa 50mila metri cubi al giorno. Un’opera fondamentale per alleggerire il sistema idrico palermitano, gravato non solo dalla vetustà della rete, ma anche dai sempre più frequenti e intensi fenomeni di siccità dovuti ai cambiamenti climatici.

 

Le nostre soluzioni

Per far fronte a questa emergenza, è fondamentale investire in infrastrutture idriche moderne ed efficienti. Ecco alcune delle nostre soluzioni:

  • Reti idriche intelligenti: utilizziamo tecnologie avanzate per monitorare e gestire in modo ottimale le reti idriche, riducendo le perdite e ottimizzando i consumi.
  • Sistemi di raccolta e depurazione delle acque: realizziamo impianti all’avanguardia per la raccolta e la depurazione delle acque, garantendo la massima qualità e sicurezza.

 

Un futuro sostenibile

Siamo convinti che, investendo in infrastrutture idriche sostenibili, possiamo contribuire a costruire un futuro migliore per le generazioni a venire. Le nostre opere non sono solo un impegno verso l’ambiente, ma anche un investimento per lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese.

 

Conclusioni

Il cambiamento climatico rappresenta una sfida complessa, ma anche un’opportunità per innovare e sviluppare soluzioni sostenibili. In Beccaceci Costruzioni siamo pronti ad affrontare questa sfida, lavorando al fianco di istituzioni, esperti e cittadini per costruire un futuro più resiliente.

 

Beccaceci, Build the Future

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