Riqualificazione Energetica: i fondi del PNRR aprono nuove opportunità per l’edilizia residenziale pubblica
Il settore delle costruzioni è al centro della transizione ecologica e, grazie ai fondi del PNRR, si aprono nuove opportunità per la riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano. In particolare, il 1° settembre 2025 è stato aperto il primo sportello per l’accesso a importanti finanziamenti destinati alla riqualificazione energetica degli edifici residenziali pubblici.
Una strategia mirata: PNRR e il ruolo di Beccaceci
La Misura M.7 Investimento 17 del PNRR ha l’obiettivo di migliorare l’efficienza energetica del patrimonio immobiliare pubblico, un tema che sta molto a cuore anche al team Beccaceci. La nostra visione, infatti, è orientata verso un’edilizia che non solo costruisce, ma rigenera, contribuendo attivamente a un futuro più sostenibile.
L’apertura di questi sportelli rappresenta un’opportunità strategica per il Paese intero, permettendo di trasformare gli immobili esistenti in strutture più efficienti, sicure e a basso impatto ambientale.
Cosa prevede la misura
La prima fase, aperta fino al 29 settembre 2025, è dedicata ai progetti prioritari, ovvero interventi su edifici che non hanno ricevuto contributi pubblici negli ultimi cinque anni. Successivamente, un secondo sportello, che aprirà il 6 ottobre 2025, sarà accessibile a tutti i progetti. Il finanziamento prevede una sovvenzione del 65% e, su richiesta, un prestito fino al 35% del costo totale.
Questi fondi supportano progetti con un valore complessivo tra i 10 e i 30 milioni di euro, a condizione che gli interventi migliorino l’efficienza energetica dell’immobile di almeno il 30%. I soggetti beneficiari sono gli Enti Territoriali, mentre i finanziamenti vengono erogati alle ESCo (Energy Service Company) certificate, che si aggiudicano l’appalto.
Un’opportunità per Comuni ed ex IACP
I fondi del PNRR rappresentano un’occasione storica per Comuni ed ex IACP per riqualificare e trasformare il patrimonio residenziale pubblico. In Beccaceci Costruzioni siamo pronti a supportare gli enti che intendono cogliere questa sfida.
La nostra esperienza nella progettazione e realizzazione di interventi complessi di riqualificazione è un fattore chiave per il successo di queste operazioni. Dalla fase di valutazione preliminare fino alla messa in opera, lavoriamo a stretto contatto con le stazioni appaltanti per garantire un accesso ai finanziamenti efficace e trasparente.
Insieme, possiamo migliorare la qualità della vita dei cittadini e contribuire in modo concreto alla transizione ecologica del nostro Paese.
15 Settembre 2025Commenti disabilitati su Nuove opportunità per l’edilizia residenziale pubblicaApprofondimenti
Il settore delle costruzioni è al centro di una trasformazione epocale, guidata dalla necessità di unire sostenibilità e qualitàper edificare un futuro più resiliente e responsabile. Questa non è più una visione lontana, ma una realtà concreta, spinta da normative, innovazione tecnologica e una crescente consapevolezza collettiva.
Il panorama attuale: una visione integrata
L’attenzione verso pratiche più responsabili e innovative è al centro del dibattito nazionale e internazionale. Come evidenziato da recenti indagini, l’edilizia si sta muovendo con decisione verso la gestione circolare dei materiali e l’adozione di protocolli di azione che minimizzano l’impatto ambientale. Questo approccio non solo riduce l’impronta ecologica, ma genera anche valore economico e sociale, promuovendo un’economia più circolare e resiliente.
La qualità, in questo contesto, assume un significato più ampio. Non si limita alla solidità strutturale o all’estetica, ma abbraccia l’efficienza energetica, il comfort abitativo, la durabilità nel tempo e la capacità di integrare gli edifici con l’ambiente circostante. Costruire in modo sostenibile significa costruire meglio, con soluzioni che garantiscono performance superiori e un minore fabbisogno di manutenzione.
Il Convegno di Pescara: un ponte tra presente e futuro dell’edilizia sostenibile
Proprio su questi temi cruciali si è incentrato il convegno “EVENTO EDILIZIA DEL FUTURO 20 giugno PESCARA” che si è tenuto venerdì scorso, 20 giugno 2025, a Pescara, presso la sede di Chieti della Formedil CH-PE.
L’evento, promosso dal Consorzio ISEA (Innovazione Sviluppo Edilizia Ambiente) – presieduto dal nostro Ceo Vittorio Beccaceci – e realizzato con la partecipazione di iiSBE Italia e del Chapter Abruzzo e Molise di GBC Italia, ha rappresentato un’occasione fondamentale per addetti ai lavori, pubbliche amministrazioni e investitori. Ha inoltre ottenuto il riconoscimento formativo dalla Fondazione degli Ordini degli Architetti di Chieti e Pescara.
Il dibattito si è focalizzato sulle opportunità e applicazioni dei principali protocolli di certificazione energetico-ambientale, quali LEED e ITACA. Questi strumenti non sono solo sigilli di qualità, ma vere e proprie guide per progettare e realizzare edifici che rispettano l’ambiente, ottimizzano i consumi e garantiscono il benessere degli occupanti. La discussione ha permesso di fornire informazioni aggiornate, stimolare un confronto tecnico costruttivo tra le diverse metodologie e incoraggiare l’adozione di standard elevati per l’efficienza energetica e la minimizzazione dell’impatto ambientale degli edifici.
Tra gli autorevoli interventi che hanno animato la giornata, si segnala in particolare l’introduzione ai lavori da parte del Consigliere regionale delegato all’Energia, Nicola Campitelli, sottolineando l’importanza istituzionale e strategica dell’argomento.
La visione di Beccaceci Costruzioni: innovazione e responsabilità
Per Beccaceci Costruzioni, la partecipazione e il ruolo attivo in iniziative come il convegno di venerdì scorso non sono un caso. La sostenibilità e la qualità sono da sempre pilastri della nostra filosofia operativa, elementi cardine della nostra politica integrata. Investiamo costantemente in ricerca e sviluppo, adottando materiali a basso impatto e tecnologie all’avanguardia per l’efficienza energetica. Siamo fortemente impegnati nel rispetto di standard elevati, come dimostrato dalle nostre certificazioni UNI EN ISO 9001:2015 (Qualità), UNI EN ISO 14001:2015 (Ambiente), UNI ISO 45001:2018 (Sicurezza sul Lavoro) e SA8000:2014 (Responsabilità Sociale).
Crediamo fermamente che il nostro impegno nel realizzare opere complesse e di pregio debba andare di pari passo con la responsabilità verso l’ambiente e la comunità. Progetti che combinano funzionalità, estetica e durabilità sono la nostra risposta concreta alle sfide del futuro.
Siamo pronti a continuare a costruire un’edilizia che sia motore di progresso e benessere, per un futuro più verde e resiliente.
Beccaceci, Build The Future
25 Giugno 2025Commenti disabilitati su Sostenibilità e qualità nell’edilizia del futuro: il ruolo chiave dell’innovazioneApprofondimenti
Le nostre opere, un contributo concreto per un futuro più sostenibile.
Il cambiamento climatico è una realtà che impatta profondamente le nostre vite e il nostro territorio. Eventi meteorologici estremi, come alluvioni e siccità, si stanno intensificando e diventando sempre più frequenti. In questo contesto, la gestione delle risorse idriche assume un’importanza cruciale.
L’allarme degli esperti
“Il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato dopo una lunga serie di temperature medie mensili eccezionalmente elevate». La Cop 29 di Baku, che si conclude oggi, si è aperta con questa triste profezia dell’Organizzazione meteorologica mondiale. Si allontana sempre più l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di mantenere la temperatura media globale al di sotto della fatidica soglia degli 1,5 gradi rispetto al periodo pre-industriale. Mentre il rischio climatico è la prima minaccia percepita e ha assunto ormai i toni di una vera emergenza, come sottolineato da Giulio Boccaletti, direttore scientifico del CMCC, nel suo recente intervento su Il Sole 24 Ore del 21 Novembre. Le conseguenze sono evidenti: siccità, alluvioni e un aumento del livello del mare minacciano sempre più il nostro pianeta.
La nostra risposta al cambiamento climatico
In Beccaceci Costruzioni siamo consapevoli di questa sfida e ci impegniamo quotidianamente per costruire infrastrutture idriche resilienti e sostenibili. Le nostre opere sono progettate per far fronte alle nuove esigenze del territorio, mitigando gli effetti dei cambiamenti climatici e garantendo la disponibilità di acqua potabile anche in condizioni di stress idrico. Come i progetti che stiamo seguendo insieme ad altri partner, per la riduzione delle dispersioni idriche in numerose regioni del centro/nord d’Italia, quali: Abruzzo, Molise, Toscana, Umbria e Lombardia. Un’attività che mira a ridurre le perdite idriche, a migliorare la qualità del servizio erogato alla popolazione e a salvaguardare il prezioso patrimonio idrico.
Siamo attualmente impegnati, tramite una prestigiosa joint venture, anche in un altro progetto di portata strategica: la progettazione e realizzazione del potabilizzatore/dissalatore di Cefalù (PA). Questo impianto, una volta completato, sarà in grado di desalinizzare l’acqua della sorgente Presidiana, garantendo un approvvigionamento idrico potabile e sicuro a oltre 300mila persone, con una capacità di trattamento dai 500 ai 600 litri al secondo, pari a circa 50mila metri cubi al giorno. Un’opera fondamentale per alleggerire il sistema idrico palermitano, gravato non solo dalla vetustà della rete, ma anche dai sempre più frequenti e intensi fenomeni di siccità dovuti ai cambiamenti climatici.
Le nostre soluzioni
Per far fronte a questa emergenza, è fondamentale investire in infrastrutture idriche moderne ed efficienti. Ecco alcune delle nostre soluzioni:
Reti idriche intelligenti: utilizziamo tecnologie avanzate per monitorare e gestire in modo ottimale le reti idriche, riducendo le perdite e ottimizzando i consumi.
Sistemi di raccolta e depurazione delle acque: realizziamo impianti all’avanguardia per la raccolta e la depurazione delle acque, garantendo la massima qualità e sicurezza.
Un futuro sostenibile
Siamo convinti che, investendo in infrastrutture idriche sostenibili, possiamo contribuire a costruire un futuro migliore per le generazioni a venire. Le nostre opere non sono solo un impegno verso l’ambiente, ma anche un investimento per lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese.
Conclusioni
Il cambiamento climatico rappresenta una sfida complessa, ma anche un’opportunità per innovare e sviluppare soluzioni sostenibili. In Beccaceci Costruzioni siamo pronti ad affrontare questa sfida, lavorando al fianco di istituzioni, esperti e cittadini per costruire un futuro più resiliente.
Recentemente un articolo pubblicato sul quotidiano Il Sole 24 Ore, ha evidenziato l’importanza della prevenzione e della trasparenza nelle attività aziendali, in particolare attraverso l’implementazione di Codici Etici e l’applicazione di Modelli “231” per evitare reati e misure anticorruzione.
L’articolo
“Prevenzione e trasparenza. Tra i 45 indicatori messi a punto dal Tavolo per la finanza sostenibile rientrano anche quelli relativi al macrocapitolo della governance e della condotta aziendale. Un meccanismo che, nello specifico, fa perno su codice etico, modello «231» per evitare reati da parte delle società e sulle procedure di anticorruzione. Una piena disclosure da parte delle società che secondo le tabelle di check list previste dal documento in consultazione fino al 2 agosto prevede un monitoraggio su presenza, eventuali commenti o descrizione, formazione dei dipendenti ed eventuali commenti.
La centralità di tutele messe in campo e dei programmi di formazione diventa quindi una cartina di tornasole per “attestare” gli anticorpi di cui la società si è dotata al suo interno contro le condotte illecite. (…)
Ma un ruolo sempre più strategico è rivestito anche del modello «231» che prende il nome dalla legge (o meglio il Dlgs 231/2001) sulla responsabilità amministrativa degli enti. Questo perché nel tempo il catalogo dei reati sotto il “cappello” della norma si è progressivamente allargato (tanto per intenderci ci sono la corruzione, il riciclaggio e il finanziamento illecito ai partiti), andando di fatto a coprire tutto il raggio operativo dell’attività aziendale con la necessità, dunque, di sensibilizzare tutte le aree a una più attenta vigilanza dei flussi per prevenire reati. Il presidio anticorruzione deve, invece, contemplare procedure di segnalazione di casi sospetti di corruzione, due diligence dei partner commerciali, procedure di monitoraggio e revisione dei conti. (…)”
Le conclusioni
In questo contesto e in linea con i principi di governance e condotta aziendale delineati dal Tavolo per la Finanza Sostenibile, noi della Beccaceci Costruzioni crediamo che un comportamento etico e responsabile sia fondamentale per il successo di un’impresa e costituisca la base per uno sviluppo sostenibile. Per questo motivo, abbiamo adottato già da tempo un Codice Etico che rappresenta la base della nostra cultura aziendale e la guida di tutte le azioni dei nostri dipendenti. Il nostro Codice Etico definisce i principi di comportamento che ci ispirano, come l’onestà, la trasparenza, il rispetto delle leggi e dei regolamenti, l’imparzialità e la non discriminazione.
Allo stesso tempo, la nostra azienda è impegnata giornalmente nella promozione di una cultura della legalità e della responsabilità in tutti i suoi ambiti di attività, per contribuire a costruire un futuro migliore per le generazioni future. Infatti, ci siamo dotati anche di un modello di organizzazione e gestione ai sensi del D.Lgs 231/2001, il sistema di gestione e controllo che mira a prevenire la commissione di reati da parte della società e dei suoi dipendenti.
Il Modello 231 è un ulteriore strumento che rafforza il nostro impegno per la legalità e la trasparenza. Per permettere la segnalazione di eventuali violazioni (Codice Etico, Modello 231/2001 e Politica anticorruzione ISO 37001) abbiamo istituito anche un indirizzo email che garantisce la riservatezza del segnalante odv@beccacecicostruzioni.it.
Ogni giorno ci impegniamo a costruire un futuro sostenibile basato sulla legalità e la trasparenza. I nostri principi di governance e condotta aziendale sono alla base del nostro successo e ci guidano ogni giorno nelle nostre scelte.
Per leggere l’articolo completo de Il Sole 24 Ore, si rimanda a questo link
La riorganizzazione del Servizio Idrico Integrato in Italia è diventata una priorità assoluta, considerando la diffusa siccità e lo stato di obsolescenza generalizzato delle infrastrutture. Affrontare questa sfida richiede un approccio sinergico tra tutti i soggetti coinvolti, al fine, soprattutto, di impedire un aumento incontrollato delle tariffe che ricadrebbe inevitabilmente sulla collettività. Una corretta gestione dei fondi PNRR stanziati a tale scopo sarà cruciale per risanare il claudicante sistema idrico del nostro Paese, soprattutto al Sud.
Le criticità
Attualmente, il sistema idrico italiano presenta una serie di criticità, tra cui la frammentazione nella gestione, la scarsa digitalizzazione e la carenza di impianti di depurazione. Inoltre, esiste una disparità evidente tra le condizioni del Centro-Nord e quelle del Sud, dove le problematiche a carico delle infrastrutture idriche sono ancora più sentite. In alcune zone del Meridione infatti, la perdita media delle reti idriche raggiunge addirittura il 50%.
I numeri parlano chiaro: nonostante il settore contribuisca al 20% del PIL, come riporta l’edizione odierna del Sole24Ore, le infrastrutture idriche sono obsolete, con il 60% della rete che ha più di 30 anni di servizio e il 25% che supera i cinquanta anni. Questo è il risultato di investimenti storicamente insufficienti, con l’Italia che si piazza agli ultimi posti in Europa per spesa pro-capite.
Il dibattito sulla nazionalizzazione del servizio è acceso, con Parigi che dimostra come, attraverso la gestione pubblica delle risorse, si possa arrivare a un aumento degli investimenti e una riduzione delle tariffe. Un modello misto pubblico-privato, con pochi grandi operatori su scala nazionale, potrebbe rappresentare una soluzione ottimale, garantendo investimenti adeguati e una gestione più efficiente.
L’acqua inoltre riveste anche un ruolo cruciale nei delicati equilibri geopolitici internazionali, come sottolineato dal tema scelto per la giornata mondiale dell’acqua 2024. Pertanto, è fondamentale avere interlocutori affidabili nel settore per realizzare progetti di cooperazione transnazionale.
Gli obiettivi del PNRR
I 4 miliardi di euro stanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza possono essere un catalizzatore per l’industrializzazione del settore idrico, con diversi goal attesi.
Affrontare il problema delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua è cruciale per garantire una gestione sostenibile delle risorse idriche, soprattutto nel Mezzogiorno, dove il livello di dispersione è particolarmente elevato. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario investire nella realizzazione di almeno 25.000 km di nuove reti per la distribuzione dell’acqua potabile, integrando sistemi avanzati di controllo e digitalizzazione per una gestione ottimale delle risorse.
Ma per fronteggiare al meglio la sfida è indispensabile intervenire anche sulle reti esistenti, operando un upgrade tecnologico con l’obiettivo trasformandole in un “network intelligente” in grado di monitorare costantemente portata, pressione e qualità dell’acqua. Per avere un’idea degli interventi in programma segnaliamo a questo linkl’opera di monitoraggio e digitalizzazione su scala regionale voluta da GRIM Molise.
Il costo totale dell’investimento è stimato in 900 milioni di euro, ma i benefici potenziali sono enormi. L’introduzione di sistemi di controllo avanzati consentirà di ridurre significativamente gli sprechi e le inefficienze, ottimizzando l’utilizzo delle risorse idriche. Inoltre, la digitalizzazione delle reti permetterà una gestione più efficiente e tempestiva delle emergenze, garantendo un approvvigionamento idrico sicuro e affidabile per tutti.
Reti fognarie e impianti di depurazione
Un’infrastruttura idrica efficiente non può prescindere dalla presenza di reti fognarie e impianti di depurazione adeguati. È quindi fondamentale completare le reti di fognatura non ancora terminate, e realizzare nuovi impianti di depurazione, specialmente nel Sud Italia, per evitare sanzioni e procedure di infrazione da parte dell’Unione Europea.
A tale scopo è stato stanziato un investimento di 600 milioni di euro, con l’obiettivo di seguire il modello delle “fabbriche verdi” dove possibile. Questo approccio consentirà il recupero di energia e fanghi, nonché il riutilizzo delle acque di scarico depurate per scopi industriali o irrigui, contribuendo così alla sostenibilità ambientale e all’ottimizzazione delle risorse idriche.
I fondi previsti dal PNRR mirano a potenziare o realizzare nuovi sistemi di depurazione, utilizzando anche l’innovazione tecnologica per garantire una depurazione efficace e rispettosa dell’ambiente.
Un impegno cruciale per il futuro idrico del Paese
In conclusione, una gestione efficace del Servizio Idrico Integrato in Italia è ora più che mai essenziale, considerando le sfide rappresentate da siccità e infrastrutture obsolete. L’investimento in reti digitalizzate, impianti di depurazione e tecnologie innovative è fondamentale per garantire un approvvigionamento idrico sicuro e sostenibile. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza offre l’opportunità di realizzare queste migliorie, promuovendo una gestione idrica efficiente e rispettosa dell’ambiente, per il beneficio delle generazioni future.
Si celebra oggi la Giornata Mondiale dell’Acqua 2024, un evento istituito nel 1992 dalle Nazioni Unite per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questo prezioso bene, e per promuovere la gestione sostenibile delle risorse idriche.
L’acqua è un elemento fondamentale per la vita: sostiene gli ecosistemi, alimenta l’agricoltura e garantisce la salute e il benessere delle persone. Tuttavia, la sua disponibilità è minacciata da diversi fattori, tra cui:
Inquinamento: scarichi industriali, agricoli e domestici contaminano le falde acquifere e i corsi d’acqua.
Sfruttamento eccessivo: l’aumento della popolazione e dei consumi idrici sta creando una pressione crescente sulle risorse disponibili.
Cambiamenti climatici: la siccità e la desertificazione stanno diventando sempre più frequenti in molte aree del mondo.
La Giornata Mondiale dell’Acqua rappresenta un’occasione per riflettere su queste sfide e per impegnarci a tutelare la risorsa idrica.
Il rischio in numeri
Numeri allarmanti ci mettono di fronte all’urgenza di tutelare l’acqua:
40% dell’acqua potabile in Italia si disperde nelle reti idriche.
2 miliardi di persone non hanno accesso ad acqua potabile.
4 miliardi di persone soffrono di scarsità d’acqua.
Siccità e guerreper l’acqua sono le drammatiche conseguenze di una gestione irresponsabile di questa risorsa preziosa.
È il momento di agire. Investire in infrastrutture, ridurre gli sprechi e promuovere la cooperazione internazionale sono passi necessari per un futuro di pace e prosperità per tutti.
Una sfida globale
La tutela dell’acqua richiede un impegno globale e multiforme. Tra gli strumenti a nostra disposizione, la realizzazione diimpianti di trattamento delle acque rappresenta una componente fondamentale per la gestione sostenibile di questa preziosa risorsa.
Investire in infrastrutture efficienti permette di:
Ridurre gli sprechi e le perdite idriche.
Migliorare la qualità dell’acqua potabile.
Garantire l’accesso all’acqua potabile a tutti.
Proteggere l’ambiente dai contaminanti.
La realizzazione di tali opere rappresenta un passo importante verso un futuro in cui l’acqua sia un elemento di pace e prosperità per tutti.
È tempo di agire
Come sottolineato dalle Nazioni Unite in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2024, la collaborazione e l’impegno di tutti gli attori – governi, aziende, cittadini – sono necessari per affrontare questa sfida epocale.
Cosa possiamo fare?
Informarci sull’importanza dell’acqua e sulle sfide che la minacciano.
Adottare comportamenti responsabili per ridurre il consumo di acqua.
Sostenere le iniziative volte alla tutela dell’acqua.
In occasione di questa giornata, vogliamo sottolineare il nostro modesto ma reale contributo per tutela della risorsa idrica, con la speranza che ciascuno, nel proprio piccolo, possa prendere coscienza e adottare comportamenti virtuosi per preservare questo bene fondamentale.
Con l’entrata in vigore del Decreto Legge 28 dicembre 2023, dal titolo ‘Misure urgenti relative alle agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119, 119-ter e 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n.77’, si delineano le prospettive e le agevolazioni per il 2024.
Riqualificazione energetica edifici residenziali: i numeri
Prima di esplorare le novità del 2024, è interessante dare uno sguardo ai numeri degli interventi finora attuati. Secondo le fonti dell’ENEA, al 31 dicembre 2023 risultano 461.433 interventi, con un investimento totale di 102.68 miliardi di euro e una percentuale di lavori completati dell’88.7%. La maggior parte degli interventi ha interessato edifici unifamiliari, sebbene siano quelli sui condomìni a far registrare numeri decisamente superiori in termini di importi.
Agevolazioni 2024
Per quanto riguarda il superbonus al 110%, che ha dominato la scena negli anni precedenti, le aspettative di una proroga oltre il 31 dicembre 2023 sono state disattese. Tuttavia, è stata introdotta una rimodulazione con percentuali decrescenti per il 2024 e 2025, rispettivamente al 70% e al 65%. Cambiamenti significativi riguardano le modalità di utilizzo delle agevolazioni, consentendo sconto in fattura o cessione del credito. In caso di lavori avviati ma non completati entro il 31 dicembre 2023, verranno riconosciute detrazioni in base alle percentuali iniziali, mentre per lavori successivi sarà richiesto un esborso del 30% da parte dei proprietari.
Per sostenere i cittadini a reddito più basso e garantire la conclusione dei cantieri legati al superbonus, il governo ha introdotto un contributo specifico. Questo incentivo è destinato a coloro con redditi inferiori a 15.000 euro, che abbiano raggiunto uno stato di avanzamento dei lavori non inferiore al 60% al 31 dicembre 2023 per i ‘Superbonus 110%’.
Per chi intraprende nuovi interventi di riqualificazione nel 2024, le agevolazioni proposte sono diverse, tra cui il Superbonus, l’Ecobonus, il Bonus Ristrutturazioni 2024, il Bonus Mobili e il Bonus Verde.
Il Superbonus, che in passato prevedeva detrazioni al 110%, ora si attua con un’aliquota del 70% per gli interventi su edifici plurifamiliari. Gli interventi coperti includono isolamento termico, sostituzione di impianti, interventi antisismici, installazione di colonnine per veicoli elettrici, impianti solari fotovoltaici ed eliminazione di barriere architettoniche.
Dal Superbonus al Bonus Verde
L’Ecobonus, incentivo per la riqualificazione energetica, prevede detrazioni fiscali (IRPEF o IRES) che variano dal 50% al 75%. Gli interventi coperti includono acquisto e posa in opera di finestre, sostituzione di impianti di climatizzazione, installazione di pannelli solari termici e building automation.
Il Bonus Ristrutturazioni, confermato anche per il 2024, offre un’agevolazione del 50% per interventi di ristrutturazione straordinaria e risanamento conservativo. Gli interventi coperti includono la sostituzione o riparazione di caldaie, l’installazione di macchinari esterni e opere finalizzate al risparmio energetico.
Inoltre, il Bonus Arredi, legato alle ristrutturazioni, permette una detrazione del 50% per l’acquisto di mobili e elettrodomestici a basso consumo energetico.
Infine, il Bonus Verde offre una detrazione del 36% per opere di sistemazione del verde, compresi giardini pensili e coperture verdi.
In conclusione, per il 2024 si prospetta un quadro di agevolazioni mirate a sostenere la riqualificazione energetica e la valorizzazione del patrimonio immobiliare, fornendo opportunità significative per coloro che intendono intraprendere interventi in questo ambito.
L’evoluzione dell’approccio alla crisi energetica degli anni Settanta, e al più recente tema ambientale introdotto con vigore nelle agende di governo comunitarie dall’Agenda 2030, hanno portato a un crescente interesse per l’efficienza energetica, culminato in edilizia nella definizione degli NZEB, ovvero edifici a fabbisogno energetico quasi nullo.
Si tratta di costruzioni a elevate prestazioni energetiche che puntano a massimizzare lo sfruttamento di fonti rinnovabili per ottenere consumi tendenti allo zero, ponendo così nuove sfide per progettisti e tecnici.
NZEB: un approccio innovativo all’edilizia
Gli NZEB, acronimo di Nearly Zero Energy Building, rappresentano una nuova frontiera nell’edilizia. Nascono per rispondere alla necessità di ridurre al minimo il fabbisogno energetico degli edifici, focalizzandosi sui principali fattori di consumo come riscaldamento, raffrescamento, produzione di acqua calda sanitaria, illuminazione e ventilazione.
Caratteristiche Chiave di un NZEB
Un edificio NZEB è progettato secondo principi di sostenibilità e con approccio bioclimatico. Deve essere correttamente orientato, ben isolato, alimentato da fonti rinnovabili e dotato di impianti tecnologicamente avanzati. La gestione dell’energia deve tenere conto delle stagioni, sfruttando al massimo il calore solare in inverno e adottando soluzioni per il raffrescamento passivo in estate.
Definizione di Edifici NZEB con Consumo di Energia Quasi Zero
In area UE lo sviluppo sostenibile è ormai al centro delle agende di governo, per garantire una gestione responsabile delle risorse presenti e future. Nel settore edilizio, la crescente enfasi sugli NZEB riflette l’impegno per un approccio costruttivo più sostenibile e consapevole.
La definizione di nZEB è presente nella Direttiva Europea 31/2010/UE recepita dal D.Lgs. 192 del 2005. L’apparato normativo individua nell’acronimo edifici ad altissima prestazione energetica, con fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo, coperto in misura significativa da energia ricavata da fonti rinnovabili, prodotta in situ. Gli edifici “ad energia quasi zero” nZEB sono quindi immobili che consumano pochissima energia per riscaldamento, raffrescamento, produzione di acqua calda sanitaria, ventilazione, illuminazione.
Tecnologie e Competenze Progettuali
Le tecnologie e le competenze per progettare edifici ad energia quasi zero sono ben definite. Di seguito un elenco sintetico:
Seguire i principi della progettazione sostenibile e bioclimatica con un approccio integrato tra la componente architettonica ed ingegneristica.
Utilizzare software di simulazione dinamica per la progettazione energetica.
Realizzare edifici compatti e orientati in modo da ottimizzare l’influenza del Sole.
Utilizzare un involucroisolato e ombreggiato per evitare dispersioni di calore e surriscaldamento.
Adottare impianti che funzionano a bassa temperatura, come caldaie a condensazione e pompe di calore.
Installare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, come fotovoltaico e solare termico.
Monitorare costantemente i consumi energetici.
Logica progettuale
Un edificio nZEB deve vantare un eccellente isolamento termoacustico, utilizzare al meglio gli impianti solare e solare termico, e ricorrere quanto più possibile all’auto produzione di energia da fonti rinnovabili. Chi progetta un edificio deve minimizzare l’incidenza ed il costo di questi consumi:
Riscaldamento (in inverno)
Raffrescamento (in estate)
Produzione di acqua calda sanitaria
Energia elettrica necessaria al funzionamento degli elettrodomestici e degli impianti di illuminazione
Ventilazione per il corretto ricambio d’aria
In Italia, considerando il patrimonio edilizio esistente (costituito in gran parte da edifici senza spiccate doti di risparmio energetico), il consumo per riscaldamento e acqua calda varia attualmente tra i 200 ed i 400 kWh/mq anno. Gli edifici nZEB devono garantire prestazioni di gran lunga superiori, arrivando anche a valori di 30 kWh/mq anno.
Trasformare strutture tradizionali in Edifici a Energia Quasi Zero
La trasformazione di un edificio esistente in NZEB comporta numerosi vantaggi. Attraverso interventi di riqualificazione mirati, un’abitazione può passare da un alto consumo energetico a una classe energetica elevata, contribuendo significativamente al risparmio in bolletta e alla riduzione di emissioni inquinanti e climalteranti.
Normative e Obblighi per gli NZEB in Italia
In Italia, l’introduzione dell’obbligo NZEB per nuove costruzioni e ristrutturazioni è regolamentata dal D.Lgs 48/2020, recependo la Direttiva Europea 844 (EPBD III). Dal 1° gennaio 2021, tutti i nuovi edifici devono conformarsi a queste disposizioni, promuovendo uno sviluppo sostenibile nel settore edilizio. Gli nZEB sono quindi edifici pensati per ottenere una sensibile riduzione dei consumi e dell’impatto ambientale.
Il Ruolo di Norme Locali e Certificazioni
A livello locale, iniziative come il Piano d’Azione per gli Edifici a Energia Quasi Zero (PANZEB) in Italia hanno contribuito a definire standard e protocolli. Certificazioni come CasaClima e PassivHaus promuovono ulteriormente l’efficienza energetica nelle costruzioni.
Le Caratteristiche di un NZEB: Parametri e Indicatori
Non esiste una regola univoca per la costruzione di un NZEB, ma la normativa fornisce parametri chiave, come il coefficiente medio globale di scambio termico e l’indice di prestazione energetica globale dell’edificio. L’ENEA ha istituito l’Osservatorio Nazionale degli Edifici a Energia Quasi Zero nel 2018, fornendo dati sulle tecnologie utilizzate e gli standard raggiunti. Questa iniziativa contribuisce a monitorare e promuovere l’adozione di tecnologie innovative nel settore.
Gestione di un Edificio nZEB
L’amministrazione condominiale di edifici ad alta efficienza energetica richiede particolari competenze tecniche e gestionali. Anche il più esperto degli amministratori sarà chiamato ad aggiornarsi. Gli edifici NZEB sono progettati per garantire il massimo confort abitativo con il minimo dei consumi. Tuttavia, un approccio sbagliato o un uso irresponsabile possono vanificare ogni sforzo. I condòmini vanno informati e seguiti. Non è raro trovarsi con singoli condòmini convinti di non spendere nulla che sprecano l’energia prodotta dall’impianto vanificando gli sforzi della comunità.
Ad esempio, utilizzare i grandi elettrodomestici (come la lavatrice e l’asciugatrice), fare la doccia o accendere il raffrescamento durante le ore diurne di giorno ha un impatto sulla bolletta molto inferiore che di notte. Un unico impianto, centralizzato e alimentato da energia elettrica, ben gestito e amministrato, permette vantaggi e risparmi per tutti.
Sarà compito dell’amministratore di condominio avvalersi di sistemi di monitoraggio e contabilizzazione che leggono i consumi costantemente durante il giorno, così da incentivare i condòmini all’utilizzo responsabile delle tecnologie a disposizione.
Inoltre, in questo contesto, l’amministratore ha il compito di garantire la manutenzione degli impianti a fonte rinnovabile e di gestire i rapporti con l’ente che fornisce l’energia elettrica.
Conclusioni e situazione in Italia
Gli edifici a energia quasi zero rappresentano una tappa fondamentale verso la sostenibilità nel settore edilizio. Con normative sempre più stringenti e una crescente consapevolezza ambientale, il futuro delle costruzioni si orienta verso edifici che non solo risparmiano energia ma contribuiscono attivamente a ridurre l’impatto ambientale.
In Italia si osservano timidi progressi nel settore degli edifici ad energia quasi zero. Nonostante i segnali di crescita, solo lo 0,5% degli attestati di prestazione energetica emessi tra il 2015 e il 2022 soddisfa i requisiti NZEB dell’Unione Europea introdotti nel 2010.
Il Rapporto sulla Certificazione Energetica degli Edifici 2023, redatto da ENEA e CTI, analizza le certificazioni relative agli edifici ad energia quasi zero. Emergono dati dal Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica (SIAPE) che evidenziano una crescita delle classi energetiche virtuose, ma la maggioranza degli immobili italiani rimane nelle classi peggiori.
Il SIAPE registra 17.408 APE con spunta NZEB: meno dello 0,5% del totale emesso tra il 2015 e il 2022. Nonostante una lenta crescita dal 2018, nel 2022, l’attestazione NZEB copre meno dell’1% del patrimonio certificato, anche se oltre il 50% dei certificati è del 2022.
A livello territoriale, l’Emilia-Romagna (26,7%), la Puglia (20,2%), e la Lombardia (16,8%) mostrano la maggiore incidenza percentuale di APE con spunta NZEB. Lazio e Piemonte seguono rispettivamente con l’8,8% e il 6,5%.
NZEB in edilizia pubblica: il Polo dell’Infanzia di Fara Gera d’Adda
Un esempio significativo di edificio a energia quasi zero NZEB è rappresentato dal Nuovo Polo dell’Infanzia di Fara Gera d’Adda, i cui lavori saranno formalmente avviati da una manifestazione celebrativa a cura dalle istituzioni del territorio, a testimonianza dell’importanza e dell’impatto che la realizzazione avrà sul tessuto sociale.